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Agata, nobile e santa.

2024-01-13 18:47

Admin

Monumenti, Articoli, news, catania, santagata, wsantagata, 5febbraio,

Agata, nobile e santa.

Tra i catanesi e la Santa Patrona della Città Sant'Agata esiste un legame indissolubile. La tre giorni di celebrazioni attirano 1 milione e mezzo di persone.

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Agata nacque intorno al 238 d.C. in una famiglia siciliana facoltosa e di nobili origini. Quinziano, proconsole dell’imperatore Decio, giunse a Catania con l’intento di far rispettare l’editto imperiale che imponeva ai cristiani l’abiura della propria fede. La sofferenza fu grave ma breve e, dopo fustigazioni, lo strappo delle mammelle e la tortura dei carboni ardenti. Durante le torture Catania fu colpita da un forte terremoto e Quinziano fu ritenuto dalla cittadinanza responsabile in quanto colpevole di avere seviziato la serva di Dio. Impaurito dal terremoto e dalla sommossa di popolo, Quinziano, dopo aver comandato di interrompere la tortura e di accompagnare Agata in carcere, scappa da una porta secondaria del Pretorio. La giovane, condotta agonizzante nella sua cella, muore il 5 febbraio 251 mentre Quinziano, indirizzato verso la casa dei suoi familiari con il proposito di arrestarli e sequestrarne i beni, viene disarcionato dai cavalli imbizzarriti nell’attraversare il fiume Simeto,   morendo annegato.

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Quinziano s’invaghì della giovane diaconessa e dopo averle ordinato senza successo di ripudiare la propria religione, cercò, di rieducarla attraverso l’azione della cortigiana Afrodisia e delle sue figlie ma, al cospetto della caparbietà di Agata e ai suoi decisi rifiuti la convocò al palazzo pretorio dando l’avvio al processo e alla conseguente persecuzione. (Paolo Gismondi, Sant’Agata nel lupanare di Afrodisia – 1636 – Affresco nella chiesa di Sant’Agata dei Goti - Roma)

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La sofferenza fu grave ma breve e, dopo fustigazioni, lo strappo delle mammelle e la tortura dei carboni ardenti. Durante le torture Catania fu colpita da un forte terremoto e Quinziano fu ritenuto dalla cittadinanza responsabile in quanto colpevole di avere seviziato la serva di Dio. 

( Giambattista Tiepolo, Il Martirio di Sant’Agata – 1755 circa – Berlino Staatliche Museen)

Impaurito dal terremoto e dalla sommossa di popolo, Quinziano, dopo aver comandato di interrompere la tortura e di accompagnare Agata in carcere, scappa da una porta secondaria del Pretorio. La giovane, condotta agonizzante nella sua cella, muore il 5 febbraio 251 mentre Quinziano, indirizzato verso la casa dei suoi familiari con il proposito di arrestarli e sequestrarne i beni, viene disarcionato dai cavalli imbizzarriti nell’attraversare il fiume Simeto, morendo annegato.