Seguici su:

 

logo
image-682

Consorzio

Centro Commerciale Naturale

"Via Etnea"

www.viaetneacatania.org

mail@viaetneacatania.org

 


facebook
twitter
instagram

P.IVA 04880810876 - Sede legale: Via Etnea, 82 - 95131 Catania - IBAN IT27Q 02008 16917 000101457395 -© Copyright 2012  All rights reserved.

Articoli

logo

Il Tour della Giudecca

2024-01-05 00:33

Admin

CT Center -Articoli, LUOGHI, news, catania , tour della giudecca, iusu e susu, gammazita,

Il Tour della Giudecca

Alla scoperta della Giudecca di iusu e di susu attraverso le vie dell'acqua, vicoli e monumenti e segni della presenza ebraica a Catania.

Alla scoperta della Giudecca di iusu e di susu attraverso le vie dell'acqua, vicoli e monumenti e segni della presenza ebraica a Catania. Un'iniziativa dell'Associazione Guide Turistiche Catania.
La leggenda fa risalire la presenza degli ebrei in Sicilia al primo secolo d.C quando Tito, distrutto il Tempio di Gerusalemme, caricò gli ebrei su tre navi abbandonandoli alla deriva senza capitano. Una di queste navi sarebbe approdata, appunto, in Sicilia.
La comunità ebraica affermò progressivamente la sua importanza nell’economia e nella società cittadina con l’introduzione di attività commerciali, artigianali e la rilevante attività medica. L’apprezzamento per la loro attività e conoscenze non riuscì, però, a lenire violenze e discriminazioni. Le pratiche di tradizione e culto si svolgevano nella sinagoga presso collina di Montevergine (Giudecca di susu o soprana – oggi piazza Dante). La progressiva estensione verso sud-est fino alla Platea Magna (piazza Duomo) creò un nuovo insediamento definito Giudecca di iusu (o sottana) con una sinagoga nell’attuale vi sant’Anna.
La presenza della comunità ebraica si conclude con l’espulsione decretata nel 1492 da Ferdinando e Isabella cattolicissimi sovrani di Spagna.
Gli eventi naturali che sconvolsero Catania nel 1669 e nel 1693 cancellarono le tracce “fisiche” del quartiere ebraico ma ancor oggi è possibile rilevarne la presenza.
Nella toponomastica la via Gisira trae il nome dalla giziah, la tassa pagata dagli ebrei per l’esercizio di culto. Evidente la presenza della maestranza ebraica si trova nella costruzione del Castello Ursino (1239-1250). Sulla torre Nord-Ovest (torre delle bandiere) si notano due candelabri a sette bracci (Menorah) mentre è più discussa la sella a cinque punte (Pentalfa) che si trova sul finestrone di levante. Diversa dalla stella di David con le caratteristiche sei punte, la pentalfa richiama la simbologia cabalistica ebraica ben conosciuta da Federico II.

2602-giudecca0.jpeg

Nel fossato del Castello Ursino inizia la ricerca dei segni della presenza ebraica a Catania. Per la sua robustezza il Castello Ursino resistette al fronte lavico prodotto dalla terribile eruzione del 1669. La comunità ebraica partecipò alla costruzione del Castello Ursino trovandone evidenti segni della loro presenza. Osservando con attenzione il maniero troviamo una stella a cinque punte (pentalfa da non confondere con la stella di David che è a sei punte) e, sulla Torre delle bandiere, è impresso un candelabro tipico della simbologia giudaica.

1985-giudecca1.jpeg4275-giudecca2.jpeg
portale.jpeg

In piazza Federico di Svevia, di fronte al Castello Ursino e a fianco della Chiesa di San Sebastiano, si trova un prezioso portale del '700 appartenente alla Chiesa di San Nicolò Minore, chiamata San Nicolella, demolita nel 1955.

porta-decima.jpeg

 In via Naumachia, a pochi passi dal Castello Ursino, ciò che rimane della "Porta della Decima". Da qui transitavano le merci e veniva pagato il dazio.

Seguendo la via dell'Amenano, in piazza Curró tappa d'obbligo alle Terme dell'Indirizzo. Il sito era destinato ad un uso popolare, ben conservato è visitabile solo su appuntamento. 

indirizzo1.jpeg

In via San Calogero si trova il pozzo di Gammazita. Il fondo del pozzo rappresenta il livello di Catania prima dell'eruzione del 1669. La leggenda di Gammazita, la giovane catanese che preferì morire pur di salvare il proprio onore, è rappresentata su uno dei candelabri di piazza Università.

giudecca3.jpeg

a pochi passi da via Garibaldi, la Chiesa Santa Maria dell'Aiuto custodisce l'icona di Santa Maria dell'Aiuto. Dall'interno si accede alla riproduzione della Santa casa di Loreto, un gioiello sorprendente conservato con grande cura. L'interno della Chiesa Santa Maria dell'Aiuto, calata al centro del quartiere giudaico. L' opera realizzata del Battaglia (1740) custodisce, al centro dell'altare, l'icona della Madonna dell'Aiuto. Precedentemente l'icona era posizionata esternamente e fu poi spostata per evitare il traffico dovuto ai devoti che stazionavano per strada. Esterno della "Santa Casa di Loreto" adiacente al Santuario di Santa Maria dell'Aiuto, costruita nel '700 grazie all'iniziativa e alla devozione del canonico della Cattedrale Giuseppe Lauria. La splendida riproduzione in scala della Santa casa della Madonna di Loreto. Il tempio, annesso alla Chiesa Santa Maria dell'Aiuto, è un'originale rivisitazione dell'originale edificio marchigiano, e si deve alla devozione del canonico Giuseppe Lauria. Opera di diversi artisti fu realizzato nella prima metà del '700.

giudecca4.jpegaiuto-3.jpegaiuto-2.jpeggiudecca7.jpeg
758-aiuto-14.jpeg

L'interno della "Santa casa di Loreto", costruita su iniziativa del canonico Lauria, è ricco di affreschi e dentro una nicchia sull'altare si trova il simulacro della Madonna nera di Loreto rivestito col suo caratteristico mantello. Leggenda narra che le pareti della casa della Madonna fossero trasportate a Loreto dagli angeli. In base a studi documentati sembra essere confermata l'ipotesi che le sacre pietre furono trasportate su nave per iniziativa della nobile famiglia Angeli.

4359-giudecca8.jpeg

Nel cuore di San Cristoforo tra via Via Garibaldi e via Via Vittorio Emanuele un reti lo di "curtigghi" realizzato con un sistemi di costruzione labirintico tipico delle giudecche e delle medine.

6071-giudecca9.jpeg

A pochi passi dalla Chiesa Santa Maria dell'Aiuto si trova piazza Sant'Antonio, un cortiletto adiacente alle Case Sapuppo. Qui, oltre alla casa natale di Giovanni Pacini, troviamo blindato, chiuso, un piccolo impianto termale privato (balneum) che, probabilmente, sfruttava le acque del vicino Amenano. Negli anni '90, ristrutturata la piazza, gli scavi curati dalla Sovrintendenza vennero protetti da una struttura d'acciaio e cristallo ma, l'assenza di manutenzione e la perenne chiusura ne impediscono la fruibilità.