Il Monastero di San Nicolò L'Arena
Il Monastero di San Nicolò L'Arena, conosciuto anche come il Monastero dei Benedettini, custodisce storie lontane nei secoli ma che arrivano fino ai giorni nostri. Perchè il Monastero, luogo importantissimo nella storia di Catania, sia per la posizione strategica, su quella che era la collina di Montevergine, sia per i giochi di potere che si svolgevano tra le sue mura.
Il Monastero catanese è, per grandezza, il secondo complesso monastico europeo dopo quello di Manfra in Portogallo. Costruito nel 1558, nell'odierna piazza Dante, ospitava la comunità benedettina costituita prevalentemente da secondogeniti di ricche famiglie nobiliari che avevano abbracciato la vita monastica più per convenienza che per vera vocazione, ma il Monastero nei secoli recenti ha visto passare dalle sue mura ben altro che monaci.
Nel 1866, infatti, i benedettini vennero cacciati e quel luogo di preghiera e cultura divenne prima sede di una caserma e poi di una scuola. Solo nel 1977 la sua storia è cambiata nuovamente quando a rimpire le sue stanze, chiostri e corridoi è stata la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Catania.
Per permettere agli studenti di vivere meglio il monastero fu chiamato Giancarlo De Carlo che lavorà ad un restauro illuminato fino al 2008.
Così i sotteranei, scelti dai monaci, prima del terremoto del 1693, per cucinare e tenere le scorte, sono diventati emeroteca; i chiostri di levante e ponente, ai quali si è ispirato anche il cinema italiano, brulicano adesso di studenti; il cardo e il decumano sono stati valorizzati. La chiesa, dedicate a San Nicolò L'Arena e che ospita uno degli organi puù importanti che si trovano nelle chiese cattoliche e u'affascinante meridiana che segna sui marmi l'ora solare, viene riempita di pubblico più volte a settimana anche attraverso manifestazioni culturali che si tengono all'interno.
LA raccontare la storia di questo luogo è stao Federico de Roberto, scrittore catanese che visse a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo e che nella sua opera di maggiore successo, I Vicerè, ha raccontato la vita della famiglia degli Uzeda, che scorreva accanto alla vita del Monastero, dove lui stesso aveva passato parte dei suoi anni frequentando il liceo prima e lavorando alla Biblioteca Ursino Recupero poi. De Roberto, impietoso nei confronti dei monaci, descrive il Monastero com eliogo di continui scandali aggiungendo che "in città la cucina dei benedettini era passata in proverbio... Di tutta quella roba se ne faceva tanta, che ne mandavano in regalo alle famiglie dei Padri e dei novizio, e i camerieri, rivendendo gli avanzi, ci ripigliavano giornalmente quando quattro e quando sei tarì ciascuno". Da qui è nato il mito degli "arancini grandi come meloni" ma anche "i calderoni e le graticole erano tanto grandi che ci si poteva bollire tutta una coscia di vitello e arrostire un pesce spada..."
De Roberto a parte, il Monastero è da sempre un luogo di grande cultura, proprio perchè i suoi fondatori, i monaci, erano uomini la cui finezza intellettuale non aveva eguali.
Grazie all'accordo con l'associazione Officine Culturali e le sue memorabili visite guidate, il Monastero è oggi una dei siti turistici più visitti a Catania.
Orari di visita guidata
Da lunedì alla domenica dalle 9 alle 17. Per informazioni contattare Officine Culturali
info@officineculturali.net
095/7102767 - 334/9242464